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Nell'immediato dopoguerra Francesco Arcangeli aveva condotto, con l'entusiasmo che lo caratterizzava, una vasta campagna di studi sulla pittura romagnola che lo portò a percorrere, chiesa per chiesa e a cavallo di una bicicletta, un territorio che andava dalle pianure di Forlì alle colline riminesi. Dopo le due fondamentali esposizioni del 1952 e del 1959 (Mostra della Pittura del '600 a Rimini e i Maestri della Pittura del Seicento a Bologna), nel 1964 tornò sul tema romagnolo attraverso questo volume che uscì in forma di guida alla chiesa cesenate di San Domenico. Considerata a ragione la vera Pinacoteca Comunale, la chiesa dei domenicani era stata un sicuro rifugio di opere d'arte nel buio periodo delle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi, in quell'epoca che aveva messo a soqquadro l'intero patrimonio artistico della città.